Secondo le stime dell'Ufficio Studi di Confcommercio, ogni famiglia spenderà in media poco meno di 230 euro per l'acquisto di articoli di abbigliamento, calzature, accessori ed articoli sportivi, per un valore complessivo intorno ai 3,5 miliardi di euro.
Dopo una stagione primavera/estate non proprio esaltante dal punto di vista dei consumi, i saldi estivi rappresentano un banco di prova per il dettaglio moda multibrand e, tenendo conto di previsioni di vendita in linea con quelle dell'anno scorso, continuano ad essere appetibili per i consumatori.
Per il corretto acquisto degli articoli in saldo, Confcommercio ricorda alcuni principi di base.
1Cambi: la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato onon conforme. In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto.
2Prova dei capi: non c’è obbligo. E’ rimesso alla discrezionalità del negoziante.
3 Pagamenti: le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante.
4Prodotti in vendita: i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo. Tuttavia nulla vieta di porre in vendita anche capi appartenenti non alla stagione in corso.
5.Indicazione del prezzo: obbligo del negoziante di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto ed il prezzo finale.